Finalmente. Non è mai tardi per il seguito di un buon disco, ma qua bisogna togliere la polvere dal primo, per ascoltare la nuova uscita. Andiamo con ordine. Nome e Cognome prima di tutto: Vincent Demon Furnier. Cioè: Alice Cooper. Che sfilino pure in ordine il pitone, il truccatore, la bambola impalata, il boia con tanto di ghigliottina, e la tutina di vinile nero. Sipario.
Ha 17 anni Vincent quando decide che è tempo per lui di partecipare ad un Talent Show. Così chiama a raccolta la sua squadra di corsa campestre, e anche se nessuno sa suonare, li fa mascherare com i Beatles e imitare le loro movenze durante la performance. Vincono. Per questo pensa che forse è il caso che imparino a suonare. Cambi di passo e di musicisti, si arriva agli Alice Cooper. Una band con nome e cognome insomma. Il nome di una strega del 17mo secolo bruciata a Salem in realtà ma, non lasciamoci ingannare dalle apparenze. Non si lascia ingannare neanche Frank Zappa, che infatti gli presenta il suo manager, contribuendo notevolmente all’esordio discografico. Di lì al successo di School’s Out non passa molto tempo, e sebbene le performance siano bene impastate con tutti i macabri elementi sopra elencati, le ispirazioni sono sempre quelle: Beatles, Who, Janis Joplin, Kinks. Poi, nel 1975 esce il capolavoro. E’ il momento giusto: dopo dieci anni dall’esordio il capolavoro ci sta. Welcome to My Nightmare. Contenuti tetri, tematiche cupe ma a volte spunto di seria riflessione come in Only Women Bleed. E’ così che la band diventa un solista. Dopo il capolavoro, ci sta. Sarebbe il caso di continuare su quella strada e magari di fare un Welcome to My Nightmare part 2. Ma arrivano gli anni ’80, e Alice è troppo truccato per non diventare la star del decennio. Gli anni ’80 forse li ha inventati lui. Diventa anche attore per un po’ e qualcuno dice che si sia ritirato dalle scene musicali, ma dopo poco eccolo che torna a scrivere, fino al disco delle grandi collaborazioni del 1989, Trash, in cui Aerosmith e Jon Bon Jovi, sembrano aver trovato terreno fertile per le proprie corde. Gli anni ’90 lo vedono riflettere. Nel 1994, affronta con The Last Temptation, argomenti religiosi, tirando fuori tutto il suo rancore nei confronti di chi non vede quanto sia frustrante scendere a patti con i ritmi della vita moderna. Millennio nuovo, vita nuova. Si ritorna in scena con plauso dalla critica e dal pubblico. Deve essere stato lungo la risalita che gli è venuto in mente di avere qualcosa in sospeso. Me lo vedo rigirarsi tra il frigo vuoto e il terrario del Pitone, grattandosi la testa, pensando che c’è qualcosa di cui si doveva ricordare. Fare la lama alla ghigliottina, no… Cucire l’occhio della bambola impiccata… no.. Ah! Già. Il seguito di Welcome to My Nightmare. Esce il 13 settembre. Per ora ascoltiamoci il solito buon singolo.